giovedì 28 aprile 2016

DI UOMINI ALTI, CUPI IN VISO E NUDI A ECCEZIONE DI UN PERIZOMA DI SETA SCARLATTA


Mi è difficile pensare ad un libro più brutto di questo.
Intendiamoci, ho letto tomi da 1000 pagine ben più noiosi e racconti brevi al limite del ridicolo, ho affrontato stili (postquesto e postquell'altro) che non mi sono andati giù nemmeno per cinque righe e ho pure abbandonato, seppure rarissimamente e con dispiacere, autori che proprio non riuscivo a digerire, però un libro così brutto non lo ricordo.
E lo dico sinceramente, con in testa immagini di marsuini parlanti alla conquista del mondo e bambine sperdute nei boschi che si credono inseguite da chissà quale mostro per poi scoprirsi semplicemente delle Masha qualsiasi (chi lo ha letto capirà).
Per assurdo non è nemmeno facile raccontare tanta bruttezza.
Prendete una qualsiasi delle decine di trasposizioni cinematografiche orrende tratte da Stephen King, un Ed Wood qualunque, uno Stuart Gordon tra i tanti e vi sarà facile descrivere con poche parole cosa non va in quelle pellicole: scene ai limiti del ridicolo, scenografie di cartapesta, attorucoli pescati per strada e sceneggiature scritte dal primo scimpanzè che passava di lì; avrete solo l'imbarazzo della scelta per far ridere il vostro interlocutore.
Prendete invece La torre sull'orlo del tempo di Lin Carter e provate a parlarne con qualcuno: c'è un uomo muscoloso dalla lunga chioma rossa vestito come uno Zardoz qualsiasi che se ne va in giro per lo spazio e viene ingaggiato per trovare una mitica Torre sull'orlo del tempo all'interno del quale sono contenuti inestimabili tesori. Lungo il percorso incontra una fanciulla indifesa, un mercenario brutale ma leale, un principe albino, uno stregone piccolo e viscido e un gladiatore mentale (boh).

Altro che James Bond, per me Sean Connery sarà sempre e solo Zardoz

Si è vero, c'è già da ridere non poco, ma provate a fare lo stesso gioco con un fantasy qualunque, Il signore degli anelli, tanto per dirne uno.
C'è un omino basso coi piedoni pelosi (facente parte di una comunità di omini bassi coi piedoni pelosi) che viene ingaggiato da uno stregone fumato per un'avventura pericolosissima insieme ad un nano belligerante, un elfo perfettino e un uomo misterioso. Sulla sua strada incontrerà ragni giganti, essere spelacchiati che ripetono in continuazione “Il mio tessssoro” e alberi parlanti. Ah già l'omino coi piedoni pelosi ha un anello che lo rende invisibile.
Qualsiasi (o quasi) libro sci-fi se raccontato risulta abbastanza ridicolo, quel che fa la differenza in molti casi è come la storia viene raccontata, quale tono usa l'autore per parlarci dei suoi beniamini di carta, in che modo riesce a portarci nel suo mondo fittizio.
Questo passo è tratto da pagina 1 di La torre sull'orlo del tempo:
“ Arrivò a grandi falcate a Zotheera ricca di templi, nell'ora che i Daikoona chiamano la Morte dei Soli. Mentre varcava la Porta del Drago, i Tre Soli scendevano uno dopo l'altro verso l'orizzonte in una vampata di fiamma d'oro.
Era alto, e cupo in viso; nudo a eccezione di un perizoma di seta scarlatta, una giacchetta, specie di bandoliera di cuoio adorna di borchie di bronzo, e un ampio mantello azzurro che pendeva dalla larghe spalle. I capelli si riversavano sulle spalle possenti come una cascata vermiglia. Rossi, non color ruggine o bronzo o oro, ma rossi, d'un vermiglio color sangue dall'abbagliante scintillio metallico.” E blablabla “il corpo era quello di un gladiatore, o di un Dio”, “la pelle aveva il colore del bronzo dorato”, “l'arcigna durezza della mascella glabra” e via di seguito.
Ecco, immaginatevi 100 pagine di tutto ciò.
Pensate a Lin Carter come un novello Robert E. Howard degli anni '60 (non a caso Carter ha ripreso più volte in mano personaggi storici come Conan e Kull proprio di Howard), incapace di scrivere 10 righe senza parlare di muscoli, spade, virilità, donne indifese e assurdi nomi inventati di pianeti remotissimi con tre soli, notti perenni, giungle fittissime, animali bizzarri e un'aria da finto medioevo virile che neanche nei peggiori incubi.
La torre sull'orlo del tempo è un fantasy travestito da fantascienza scritto come il peggior libro di Howard (e Howard è già indigesto di suo sia chiaro) in un'epoca in cui erano già stati scritti capolavori come Solaris, 2001 Odissea nello spazio e i capisaldi di Asimov.
Non vi basta?
La Torre sull'orlo del tempo è un libro orrendo.
E a dirla tutta non fa neanche ridere.

TOWER AT THE EDGE OF TIME- LA TORRE SULL'ORLO DEL TEMPO
ANNO: 1968
AUTORE: Lin Carter
GENERE: Fantascienza, fantasy
VOTO: 1

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